Il ritorno del Gipeto
La storia inizia dalla fine. E' quella dell'ultimo esemplare di gipeto del parco del Gran Paradiso, ingloriosamente impallinato da tre abili cacciatori nel 1912 (foto 2). Dopo oltre 20 anni di tentativi di re-introduzione (i primi risalgono al 1980), l'anno scorso l'unica coppia che nidifica nel parco ha messo al mondo due piccoli (Champagne e Iris), e questi, a differenza di quello nato nel 2011 (di nome Siel), hanno spiccato il volo.
Il Gipeto, che si nutre quasi esclusivamente di carogne (di cui utilizza in particolar modo le ossa) e deriva da qui la sua nomea di "avvoltoio barbuto" o anche "avvoltoio degli agnelli" ha un tasso di mortalità infantile piuttosto elevato: solo un piccolo su quattro riesce a sopravvivere ai primi mesi ed a spiccare il primo volo, che avviene entro tre mesi dalla nascita. Condizioni meteorologiche avverse ed una nascita in ritardo sono elementi che contribuiscono a questo elevato numero di piccoli che non raggiungono l'età adulta.
Dopo la morte di Siel, la cui nascita aveva avuto grande risalto, perché, come detto era stata la prima dopo anni di infruttuosi tentativi di re-introduzione, i piccoli Champagne ed Iris (o cui nomi sono stati scelti dai bambini delle valli di Rhêmes e della Valsavarenche, possono quindi librarsi in volo, all’interno dell’area protetta del parco, dopo il primo volo di Champagne avvenuto il 30 luglio 2012 e di Iris, qualche giorno dopo.
E' quindi una grande emozione poter sollevare lo sguardo ed incrociare quello di questo meraviglioso avvoltoio (foto 1), con un'apertura alare che può superare anche i due metri e mezzo (foto 3-4) ed in grado di incutere timore anche al "re" del parco del Gran Paradiso (foto 5), uno stambecco che fugge impaurito all'arrivo del gipeto (foto 6).
Nelle foto bene si vedono gli artigli adatti al trasporto della preda, tipici non certo del gruppo degli avvoltoi, nel quale è inserito a differenza di quelli, ad esempio del Grifone, specializzati proprio per la necrofagia. Del resto l'etimologia del nome che deriva dal greco gyps = avvoltoio e aetos = aquila fa collocare il Gipeto a metà strada tra queste due specie, tanto è vero che molti vedendolo da lontano lo confondono proprio con un'aquila. La conformazione delle ali gli consente virate improvvise ed acrobazie in spazi ristretti. Come si può vedere dalle foto la coda costituisce circa un terzo della lunghezza globale del Gipeto (che arriva a circa 115 cm). L'apertura alare arriva anche a 280 cm ed il peso a 7 kg. Poca differenza di dimensioni tra maschio e femmina con la femmina leggermente più grossa del maschio. Ciò rende particolarmente difficile l'individuazione del sesso. Il piumaggio che si vede nelle foto viene raggiunto dopo i sei anni di età, prima è completamente scuro.
Dopo il Parco dello Stelvio, anche il Parco del Gran Paradiso pare dunque poter riservare questo incontro ai propri visitatori. Ci si sente dei privilegiati - a distanza di oltre 100 anni dall'estinzione - a poter condividere con il gipeto un volo del genere, sopra la testa a poca distanza.
Mai come in questi momenti si pensa ai tanti che lottano per la sopravvivenza di specie in pericolo. Un luogo comune da rendere più comune.
Tutte le foto (c) Andrea Izzotti scattate il 10/2/2013 - Parco Nazionale del Gran Paradiso.